FarmacieUnite: abilitare i farmacisti a somministrare i vaccini antinfluenzali
Le farmacie territoriali dovranno poter accedere ad un numero di vaccini adeguato alla richiesta spontanea dei cittadini che, pur non essendo nelle fasce di popolazione a rischio, intendono vaccinarsi. Quest’anno la vaccinazione è particolarmente rilevante in termini di salute pubblica: se si pensa alla possibile “seconda ondata” autunnale di Sars-Cov-2, una diffusa vaccinazione antinfluenzale permetterà ai Medici di riconoscere più agevolmente i sintomi di Covid-19 così da poter determinare con maggior tempestività le cure più appropriate.
Il sindacato territoriale con oltre 500 farmacie associate nelle regioni del Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Piemonte e Puglia, fa sapere che «ha chiesto ufficialmente un appuntamento agli assessori regionali alla sanità per organizzare una attività capillare sul territorio di informazione e distribuzione del vaccino antinfluenzale 2020-2021», ciò «visto che la competenza sul tema dei vaccini coinvolge direttamente le Regioni».
Secondo quanto evidenzia la sigla sindacale, infatti, «quest’anno la vaccinazione è particolarmente rilevante in termini di salute pubblica: se si pensa alla possibile “seconda ondata” autunnale di Sars-Cov-2 una diffusa vaccinazione antinfluenzale permetterà ai Medici di riconoscere più agevolmente i sintomi di Covid-19 così da poter determinare con maggior tempestività le cure più appropriate».
In aggiunta a ciò, evidenzia FarmacieUnite, «le farmacie territoriali possono efficacemente realizzare una corretta informazione e una capillare distribuzione del vaccino – anche in zone remote – per chi non è inserito nelle categorie protette e desidera comunque vaccinarsi; in tal modo si consentirebbe di incrementare i livelli di copertura vaccinale raggiungendo tutta la popolazione che desidera effettuare la vaccinazione in modo comodo e sicuro ed evitando sovraccarichi alla struttura pubblica».
È pertanto necessario che la produzione dei vaccini, assorbita dalle richieste avanzate dalle Amministrazioni regionali, sia in parte destinata alla distribuzione in farmacia. Sarebbe poi auspicabile prevedere un percorso che porti all’abilitazione dei farmacisti alla somministrazione dei vaccini, così come avviene già in alcuni paesi europei, con tempi e modi che consentano sia la tutela dei pazienti ma anche le necessarie garanzie per le farmacie.